Ci siamo cascati di nuovo

Dopo il fulmine a ciel sereno che il 7 novembre ha reso inaccessibili i fondi per Transizione 5.0 senza alcun preavviso e dopo l’avviso del 25 novembre 2025 che imponeva alle imprese con doppia prenotazione di scegliere una sola misura tra 4.0 e 5.0 in sole 48 ore, pensavamo davvero che quello del 27 novembre alle ore 18:00 fosse un termine perentorio.
Un punto fermo, anche se molto stretto.

Per due giorni abbiamo lavorato senza sosta: consulenti, studi tecnici, periti, amministrativi. Tutti impegnati ad aiutare le aziende (amministratori, legali rappresentanti, direttori generali, responsabili finanziari e chiunque altro coinvolto nella catena decisionale) nel prendere una posizione rapidissima e quanto più possibile consapevole, con la pressione che anche poche ore di ritardo potessero significare la perdita del beneficio.

E invece… non era così.

 

La “sorpresa” dell’ultimo minuto

Pochi minuti prima della scadenza, sul canale LinkedIn del GSE — non su canali istituzionali ufficiali — compare una comunicazione che ribalta completamente lo scenario:

la documentazione per l’opzione e l’eventuale rinuncia non va presentata entro il 27 novembre, ma entro 5 giorni dalla PEC inviata dal GSE all’impresa, utilizzando e inviando la DSAN.

La scadenza del 27 novembre?
Sparita. Evaporata.

Al suo posto, linee guida operative nuove, pubblicate in quello stesso momento.

Guardando la situazione con un po’ di distacco, forse qualcuno — più vicino alle difficoltà operative delle imprese e delle persone — si è reso conto che chiedere a un’azienda di:

  • recuperare documenti da due sezioni distinte del sito GSE (T4.0 e T5.0),
  • ricostruire con precisione beni, date, investimenti, domande,
  • far firmare digitalmente il legale rappresentante (che magari è in viaggio),
  • restituire tutto in 48 ore,

significava mettere alla corda la maggior parte delle aziende… e i loro consulenti.

In questo senso, i 5 giorni dalla PEC possono essere letti come un tentativo di rendere il processo un minimo più sostenibile.

 

Cos’è la DSAN e perché richiede attenzione

La DSAN è la Dichiarazione Sostitutiva dell’Atto di Notorietà con cui l’impresa:

  • dichiara quale misura intende mantenere (4.0 o 5.0),
  • attesta di non cumulare i crediti sugli stessi beni,
  • eventualmente rinuncia formalmente alla misura non scelta.

Il MIMIT, nella serata del 27/11, ha pubblicato la guida ufficiale alla compilazione🔗

 

La DSAN è così complessa?

  • Serve un elenco dettagliato dei beni coinvolti, con codici, descrizioni, periodi di investimento, estremi delle domande.
    È impossibile lavorare “a braccio”: servono documenti e dati certi.

 

  • La dichiarazione è rigida e articolata:
    • gli estremi delle domande 4.0 e/o 5.0,
    • la conferma dell’assenza di cumulo per gli stessi beni,
    • l’eventuale distinzione tra investimenti differenti,
    • la rinuncia formale alla misura non selezionata.

 

  • Deve essere firmata digitalmente dal legale rappresentante, non da consulenti o delegati.
    Se la PEC arriva in momenti critici (sera, weekend, trasferte), la gestione si complica.

 

  • Va inviata entro 5 giorni dalla PEC del GSE, un termine mobile e diverso per ciascuna azienda.

 

  • Se si è già inviato un modello DSAN qualche istante prima della pubblicazione delle linee guida, è necessario verificare eventuali difformità ed eventualmente ritrasmettere la DSAN in conformità alle linee guida ora disponibili.

 

 

Cosa significa tutto questo per noi consulenti?

Stiamo lavorando in un contesto molto delicato:

  • scadenze personalizzate, difficili da gestire,
  • adempimenti formali complessi, senza margine d’errore, con il rischio concreto di perdere il beneficio per un dettaglio documentale,
  • decisioni prese a tempo ridotto, a scapito della piena consapevolezza del cliente.

Da un lato le imprese sono disorientate.
Dall’altro noi consulenti non possono nascondere una certa amarezza per queste continue modifiche di rotta.

 

E ora?

Ci stiamo riorganizzando e correremo.
Lo faremo per le imprese che credono in noi, con la professionalità che abbiamo costruito in anni di lavoro.

Oggi più che mai, imprese e consulenti devono agire insieme, con metodo, precisione e velocità.

Perché il problema, spesso, non sono i progetti.
Il problema è come le regole vengono governate.

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Il Polo Tecnologico Alto Adriatico organizza l’evento “Innovazione e Crescita: le leve della finanza agevolata per le imprese”, il 21 novembre 2025. L’incontro approfondirà opportunità e strumenti per investire in innovazione, digitalizzazione ed energia. Interventi dedicati a bandi, incentivi regionali, fotovoltaico, Comunità Energetiche, Conto Termico 3.0 e prospettive post T4.0 e T5.0.

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