La bozza della Legge di Bilancio 2026 – pur essendo ancora in fase preliminare e soggetta a possibili modifiche nel corso dell’iter parlamentare – identifica delle misure dedicate al settore primario ma stanziamenti al di sotto delle aspettative.
Le anticipazioni inserite nel testo mostrano la volontà di realizzare una misura “sartoriale” per le imprese agricole e della pesca, orientando gli investimenti verso un processo di rinnovamento tecnologico e digitale, supportato da un credito d’imposta importante sui beni strumentali 4.0.
Eppure l’impianto della misura si accompagna a una dotazione finanziaria estremamente limitata, che rischia di ridurre sensibilmente l’impatto reale dell’intervento. Non possiamo fare a meno di notare la necessità di ridefinire le risorse, affinché gli obiettivi dichiarati possano tradursi in un sostegno effettivo alle imprese del settore.
Cosa prevede la Manovra 2026
Per il settore primario, la bozza introduce un credito d’imposta del 40% sugli investimenti in beni strumentali nuovi riconducibili agli Allegati A e B della Legge 232/2016 (“Industria 4.0”), con un tetto di spesa pari a 1 milione di euro per impresa e un beneficio massimo di 400 mila euro.
Il credito è utilizzabile esclusivamente in compensazione e non può essere cumulato con l’ammortamento sugli stessi beni. La maggior parte delle aziende fruitrici di questa tipologia di agevolazione non determinano il loro reddito in modo analitico bensì su base catastale (“reddito domenicale” o “reddito agricolo”) e pertanto sarebbero escluse della maggiorazione dell’ammortamento per inapplicabilità fiscale della misura.
I pro
- Aliquota semplice e alta (40%): favorisce la meccanizzazione e la digitalizzazione (agricoltura di precisione, sensori, software gestionali), in continuità con Transizione 4.0 e 5.0
- Massimale per impresa elevato (1 mln € ammissibile): progetti anche medio grandi possono rientrare (credito fino a 400 mila euro).
- Coerenza col settore: a differenza dell’ammortamento, il credito è fruibile dalle aziende con tassazione catastale e con redditi mediamente più bassi rispetto ad aziende del settore industriale
I contro
- Plafond nazionale estremamente esiguo: diverse fonti parlano di limite di spesa complessivo molto basso (ordine di milioni, non miliardi), con indicazioni di ~1,4 mln € nel 2026 e ~0,7 mln € nel 2027. Se confermato nel testo finale, l’impatto sarebbe microscopico (poche decine di trattori/attrezzature l’anno). Servirà un chiarimento ufficiale dal momento che circola anche una versione con 2,1 mln € nel 2026. In ogni caso, le risorse paiono fortemente sottodimensionate rispetto alla domanda potenziale, ben inferiori rispetto a una misura di portata regionale se non addirittura provinciale.
- Rischio “click-day/overbooking”: con fondi così stretti, elevato rischio di esaurimento rapido o necessità di riparti amministrativi.
Cosa significa per un’impresa agricola
Il 40% rappresenta un’aliquota molto vantaggiosa sulla carta, ma la reale efficacia della misura dipende dalla disponibilità complessiva delle risorse: con un plafond nazionale così ristretto, l’accesso diventa l’elemento davvero determinante. Per questo è opportuno muoversi con anticipo, predisponendo fin da subito i dossier necessari (preventivi, specifiche 4.0, documentazione per l’interconnessione, cronoprogrammi), monitorando le eventuali misure regionali o provinciali e valutando come costruire un piano di agevolazioni che consenta di massimizzare gli investimenti programmati.
Nota metodologica sulle fonti
Essendo la legge ancora in forma provvisoria ed essendo le fonti non pienamente concordi, si rende necessario chiarire l’origine delle informazioni riportate:
- Testate e portali che riportano aliquote e scaglioni dell’iperammortamento (con rafforzamento “energetico”) e il ritorno della deduzione al posto dei crediti.
- Credito agricoltura 40%: analisi e schede tecniche. Attenzione: divergono i numeri del plafond nazionale (1,4 mln € vs 2,1 mln €), a conferma che la dotazione è molto bassa e che è opportuno verificare il testo che sarà trasmesso alle Camere.
- Bozze del Ddl e documenti istituzionali: PDF di agenzie stampa e siti istituzionali (ANSA; MIMIT/GSE per il contesto 5.0; DPB MEF).


