Situazione critica per le compensazioni dei Crediti d’Imposta 4.0

Il recente scenario normativo in Italia ha generato considerevoli ostacoli per le imprese che avevano pianificato di beneficiare dei crediti d’imposta legati agli investimenti in beni strumentali nuovi, noti come parte del programma “Industria 4.0“.

Il Decreto Legislativo 39/2024, in particolare l’articolo 6, ha introdotto restrizioni non pianificate sulla compensazione di tali crediti, imponendo una “comunicazione preventiva” per l’utilizzo di questi ultimi.

Mancando tuttavia l’aggiornamento della modulistica di riferimento e di base, individuato in quella prevista dal decreto del 6 ottobre 2021, l’effetto è stato quello di congelare la fruizione dei benefici in essere.

Le imprese sono ora tenute a fornire preventivamente dettagli sugli investimenti pianificati e sulla distribuzione presunta dei crediti d’imposta negli anni, ma l’assenza di strumenti amministrativi adeguati ha creato incertezze e difficoltà procedurali.

C’è però qualcosa di ulteriore che ostacola le aziende.

 

La risoluzione 19/E dall’Agenzia delle Entrate

Se la disposizione di cui sopra aveva bloccato la compensazione dei crediti per gli investimenti effettuati nel 2023 (ne abbiamo parlato ampiamente in questo articolo), la successiva Risoluzione 19/E dell’Agenzia delle Entrate, datata Venerdì 12 Aprile 2024 è andata ben oltre, estendendo tale blocco anche agli investimenti precedenti, interconnessi nel corso del 2023 e 2024, tramite la sospensione dell’utilizzo in compensazione mediante modello F24 dei seguenti codici tributo:

  • 6936 e 6937, quando in corrispondenza degli stessi viene indicato come “anno di riferimento” 2023 o 2024
  • 6938, 6939 e 6940, quando in corrispondenza degli stessi viene indicato come “anno di riferimento” 2024.

 

Problema retroattività

Questa situazione ha sollevato critiche riguardo alla retroattività delle nuove regole che penalizzano le imprese che avevano effettuato investimenti conformi ai requisiti precedentemente consolidati.

Ciò anche in virtù del fatto che apparentemente sembrava che gli investimenti prenotati nel 2022 ed effettuati nel 2023 rimanessero fuori dal raggio d’azione delle nuove disposizioni, cosa che invece non è stata.

 

Risposta all’interpello del 16 Aprile

Tuttavia in data 16/04/2024 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una risposta ad un interpello riguardo alla Risoluzione 19/E nella sezione FAQ.

In base a questa risposta, se l’interconnessione del bene strumentale è avvenuta negli anni 2023 o 2024, è possibile utilizzare il relativo credito in compensazione tramite modello F24 indicando il codice tributo 6936 e come  anno di riferimento l’anno in cui è iniziato l’investimento, a prescindere dall’anno in cui questo si è concluso o dall’anno di interconnessione del bene strumentale.

La risposta propone un esempio:
Per un credito maturato ai sensi del comma 1057 per un investimento iniziato nel 2022 e terminato nel 2023, nel modello F24 dovrà essere indicato l’anno di riferimento “2022”.

 

Attese per la revisione normativa

La sospensione delle compensazioni e i nuovi adempimenti che vengono inseriti “a sorpresa” e che richiedono poi successivi chiarimenti e risposte, complicano significativamente la pianificazione finanziaria delle imprese, evidenziando la necessità di una revisione normativa urgente per risolvere tali difficoltà e garantire che le imprese possano continuare ad investire nell’innovazione senza incontrare ostacoli burocratici ingiustificati.

La gestione dei flussi di cassa e la certezza nelle norme sono diventate cruciali per le imprese, mentre l’incertezza normativa, reiterata, nel Paese continua a rappresentare uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico inibendo una pianificazione degli investimenti e dei progetti a medio-lungo termine.

In attesa del decreto direttoriale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che definirà le modalità aggiornate di comunicazione preventiva e consuntiva, le imprese si trovano in una situazione di incertezza e difficoltà nel fruire dei tax credit per investimenti “Transizione 4.0”, insieme all’incertezza che connota anche le regole per la nuova misura denominata “Transizione 5.0”.

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