Ancora troppe le risorse disponibili per Transizione 5.0: perché non decolla

Transizione 5.0 nasce con uno scopo ambizioso: accelerare la decarbonizzazione del sistema produttivo italiano, stimolare l’efficienza energetica e favorire l’adozione di tecnologie digitali avanzate. Il tutto con un obiettivo di rendere le imprese italiane più competitive in un contesto europeo che spinge sempre più verso sostenibilità e innovazione.

E allora perché Transizione 5.0 non decolla e continua a essere una delle misure più discusse dal mondo imprenditoriale?

Dei 6,3 miliardi di euro stanziati, solo una parte ridotta è stata effettivamente prenotata, e i progetti conclusi rappresentano una percentuale minima. Questo significa vi è il rischio concreto che la gran parte delle risorse non venga utilizzato nei tempi previsti.

 

Le novità normative introdotte ad agosto 2025

Il mese di agosto ha portato una serie di aggiornamenti normativi e operativi che mirano a semplificare l’accesso agli incentivi e a favorire una maggiore chiarezza nel percorso delle imprese. Vediamoli nel dettaglio.

 

Funzione di segnalazione del cumulo con altri incentivi


Dal 7 agosto 2025, la piattaforma del GSE ha introdotto la possibilità di indicare in ogni fase della procedura gli eventuali incentivi collegati agli stessi costi di investimento. Si tratta di una novità rilevante perché permette alle imprese di gestire in maniera più trasparente e sicura la questione del cumulo, evitando errori nella determinazione del credito d’imposta spettante e semplificando il calcolo della cosiddetta “nettizzazione” delle agevolazioni.

 

Estensione dei beneficiari e nuove funzionalità operative


Sempre il 7 agosto, il portale GSE è stato aggiornato con altre funzioni:

  • Estensione dei beneficiari alle ESCo, che possono così presentare direttamente progetti a beneficio delle imprese.
  • Sostituzione di beni già ammortizzati da oltre 24 mesi, permettendo alle aziende di rinnovare il parco macchine con maggiore flessibilità.
  • Autodichiarazione per importi inferiori a 300.000 euro, firmata dal legale rappresentante, che riduce tempi e costi legati alle certificazioni.
  • Aggiornamento degli impianti termici ammessi, con il riconoscimento di soluzioni basate su geotermia, sistemi acqua-acqua e acqua-aria, ampliando la gamma di tecnologie eleggibili.

 

Guida operativa e modulistica aggiornate


L’8 agosto 2025 sono stati pubblicati nuovi documenti operativi e modulistica aggiornata sul portale GSE. L’obiettivo dichiarato è rendere più chiaro il percorso procedurale, limitando i rischi di errori formali che possono compromettere l’accesso all’incentivo.

 

Perché la misura non decolla?

Nonostante le semplificazioni introdotte, permangono criticità che spiegano il ritardo nell’assorbimento delle risorse.

Tra queste spicca il nodo delle scadenze. Al momento, non sono stati previsti slittamenti nelle scadenze: i progetti devono essere completati entro il 31 dicembre 2025, con possibilità di inviare la comunicazione finale entro il 28 febbraio 2026.

Diverse associazioni di categoria hanno chiesto una proroga fino al 30 aprile 2026, con ulteriori margini per gli allacciamenti da fonti rinnovabili e per la rendicontazione. Tuttavia, ad oggi, non esiste ancora una conferma ufficiale.

Tra le altre ragioni che tengono a terra il beneficio vi sono:

  1. Iter burocratico complesso: la misura richiede una serie di passaggi tecnici e amministrativi (diagnosi energetiche, certificazioni ex-ante ed ex-post, rendicontazioni dettagliate, controlli incrociati con il GSE) che spesso disincentivano le imprese.
  2. Scarsa consapevolezza: molte aziende non hanno ancora compreso appieno le potenzialità dell’incentivo, né hanno identificato i progetti più adatti alle proprie esigenze produttive.
  3. Mancanza di integrazione: i processi di innovazione richiedono un coordinamento tra aspetti tecnici, finanziari e organizzativi. Senza un approccio integrato, il rischio è che le opportunità restino sulla carta.

 

Grande opportunità, ma il tempo stringe

Le novità normative introdotte ad agosto rappresentano un passo avanti importante, ma non bastano da sole a superare le complessità di questo beneficio. Il supporto di realtà specializzate diventa determinante.

Innovation Machine affianca imprese e pubbliche amministrazioni con un approccio strutturato, capace di trasformare la complessità burocratica in un percorso lineare e produttivo.

Il nostro metodo si articola in quattro fasi principali:

  1. Diagnosi energetica e strategica
    • Analisi dei consumi attuali e dei margini di miglioramento.
    • Identificazione degli interventi più efficaci, non solo in termini ambientali ma anche di ritorno economico.
  2. Progettazione integrata
    • Definizione del dimensionamento ottimale degli impianti.
    • Integrazione con le tecnologie digitali, in ottica di sostenibilità e Industria 5.0.
    • Predisposizione di un piano operativo con tempistiche e costi ben definiti.
  3. Gestione della pratica e degli incentivi
    • Redazione della documentazione richiesta, comprese perizie e certificazioni.
    • Interfaccia diretta con il GSE per ridurre al minimo i rischi di errori o ritardi.
    • Ottimizzazione della pratica in ottica di cumulo con altri incentivi disponibili.
  4. Monitoraggio e risultati
    • Controllo dei risparmi energetici conseguiti rispetto alle previsioni.
    • Supporto continuo per eventuali adeguamenti e miglioramenti.
    • Rendicontazione chiara e trasparente, utile anche per la pianificazione strategica futura.

Il valore aggiunto di Innovation Machine sta nella capacità di coniugare competenze tecniche, esperienza nella finanza agevolata e visione strategica. Non ci limitiamo a gestire la parte burocratica: accompagniamo l’impresa in un percorso di crescita sostenibile, che integra innovazione, efficienza e competitività.

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